Con l’istituzione dell’antica Università di Bologna, nel 1088, la città conobbe un forte incremento della popolazione per via dell’arrivo di numerosi studenti e letterati. Contemporaneamente, anche i portici di Bologna, che ad oggi misurano ben 40 chilometri in lunghezza, conobbero una loro estensione, anche e soprattutto perché, duecento anni dopo, con uno Statuto, il Comune stabilì che ogni nuova abitazione dovesse avere un portico in muratura; e che ne fosse aggiunto uno lì dove mancava alle case già costruite. Questo perché i portici avrebbero offerto un riparo ai viandanti e avrebbero reso abitabili pianterreni altrimenti umidi e inospitali.
Potremmo distinguere i portici di Bologna in due gruppi maggiori: i portici medievali e i portici rinascimentali.
Casa Isolani in Strada Maggiore è forse l’esempio più famoso fra i portici di Bologna medievali. Eretto intorno alla metà del 1200, il portico è sorretto da travi in legno di quercia molto alte e presenta uno stile romanico-gotico. Fra i portici di Bologna medievali va ricordato, per importanza, anche quello di Palazzo del Podestà, che si affaccia in Piazza Maggiore e che è famoso per l’effetto acustico delle sue volte, ma anche per le formelle a motivi floreali che lo decorano.
Fra i portici di Bologna rinascimentali, invece, possiamo ammirare il portico della chiesa di San Giacomo Maggiore, situata in via Zamboni, il portico di Palazzo Bolognini e quello delle Case Beccadelli. Non va, infine, dimenticato il portico “dei Bastardini”, in via D’Azeglio, sotto le cui volte si trovava, fino al 1797, l’orfanotrofio cittadino.